In bella vista: qualità dell'acqua e salute umana

di Camilla Di Barbora - redazione sito Ccm

Secondo l'Oms , ogni anno si associano al mancato accesso ad acqua sicura per il consumo umano 4 miliardi di casi di diarrea e milioni di altri casi di malattia. Ogni anno 1,7 milioni di persone muoiono a causa di diarrea e la maggior parte di loro sono bambini sotto i cinque anni di età. La salute umana è seriamente minacciata dalle malattie collegate all'acqua, nonché dalle sostanze chimiche inquinanti scaricate in essa.

Si stima che ogni anno, siano prodotti a livello globale 1500 chilometri cubici di acque di scarico. Sebbene i rifiuti e le acque reflue possano essere riutilizzate in modo produttivo per l'energia e l'irrigazione, questo di solito non avviene. A causa della mancanza di regole e di risorse, nei Paesi in via di sviluppo l'80% di tutti i rifiuti viene scaricato senza essere trattato. Nel contempo la crescita demografica e industriale aggiungono nuove fonti di inquinamento e aumentano la domanda di acqua pulita. Sono in gioco la salute umana e ambientale, l‘approvvigionamento di acqua potabile e per uso agricolo per il presente e per il futuro, eppure l'inquinamento delle acque raramente viene percepito come un problema urgente.

illustrazioneNonostante i miglioramenti fatti dal 1990, la fornitura di acqua potabile e di servizi igienico-sanitari per gran parte della popolazione mondiale rimane una sfida.
Il settimo degli otto obiettivi di sviluppo del millennio, sottoscritti nel 2000, pone come traguardo per il 2015 il dimezzamento del numero di abitanti del pianeta privi di accesso ad acqua potabile e a servizi igienici adeguati, nonché l'installazione di infrastrutture igieniche in tutte le scuole del mondo.

Si stima che 1,1 miliardi di persone faccia affidamento su fonti di acqua potabile a rischio e che più di 2,6 miliardi di persone non abbiano accesso a servizi igienici adeguati. Le situazioni più gravi si registrano in Africa sub-sahariana, Asia occidentale ed Eurasia. L'assenza di fornitura di servizi igienico-sanitari riguarda soprattutto le aree rurali.

La situazione nella Regione europea dell'Oms

Nella Regione europea dell‘Oms è necessario lavorare ancora per migliorare l'accesso ad acqua potabile sicura nelle abitazioni, a sistemi di fognature e ad acque di balneazione non contaminate. I sistemi di sorveglianza per valutare l'insorgenza di malattie associate all'acqua devono essere estesi e migliorati, poiché i dati recenti indicano che la maggior parte delle epidemie passa inosservata.

In media, l'accesso all'acqua potabile in casa è migliorata. Dal 1990, 20 dei 48 Paesi monitorati nella Regione hanno fatto progressi; 22 Paesi non hanno indicato alcun cambiamento e 6 hanno mostrato un calo complessivo nell‘accesso all'acqua potabile. La Bielorussia è un esempio lampante di netto miglioramento: la quota di case nelle zone rurali con accesso all'acqua potabile è aumentato dal 34% al 68% tra il 1990 e il 2006.

Ci sono enormi differenze tra i Paesi e tra aree urbane e rurali nella quota di popolazione collegata a impianti di trattamento delle acque reflue, anche se la copertura è complessivamente aumentata. Nei Paesi del nord Europa, con una lunga tradizione di depurazione delle acque, oltre l'85% della popolazione è collegato a impianti di trattamento delle acque reflue. La percentuale scende al 40-60% nei Paesi dell'Europa meridionale, e al di sotto del 40% in altri Paesi della Regione.

L'analisi dei dati provenienti dai Paesi dell‘Unione europea per il periodo 1990-2007 indica che la qualità delle acque di balneazione costiere è in aumento, mentre è in calo quella delle acque di balneazione dolci.

Nella Regione europea dell'Oms, il più comune effetto sulla salute della scarsa qualità dell‘acqua è la malattia diarroica, che causa il 5,3% di tutti i decessi tra i bambini di età compresa tra 0 e 14 anni. L‘acqua potabile contaminata causa frequentemente malattie come colera, tifo, epatite virale A e dissenteria. L'acqua può essere contaminata da elementi inorganici presenti in natura (come ad esempio l'arsenico, il radon e il fluoruro) o dalle attività umane (che causano l'inquinamento da piombo, nitrati e pesticidi). Le acque di balneazione contaminate possono causare malattie gravi come il tifo e la leptospirosi, così come infezioni secondarie.

Nel 2004, la quarta conferenza ministeriale su ambiente e salute adottò il Piano d‘azione sull'ambiente e la salute dei bambini per l'Europa (Cehape) (pdf 408 kb), che prevede quattro obiettivi prioritari per ridurre il peso delle malattie di origine ambientale nei bambini. Il primo obiettivo è quello di prevenire e ridurre significativamente la morbilità e la mortalità derivanti da disturbi gastrointestinali e altri problemi di salute, garantendo che siano adottate misure adeguate per migliorare l'accesso all‘acqua potabile e a servizi igienico-sanitari per tutti i bambini.

L‘Oms ha valutato i progressi della Regione europea dell‘Oms per il raggiungimento dei quattro obiettivi prioritari e ha pubblicato i risultati in una serie di schede che contribuiranno al dibattito in occasione della quinta conferenza ministeriale su ambiente e salute, organizzata a Parma dal 10 al 12 marzo 2010.
Scarica le schede predisposte dall'Oms Europa:

La Giornata mondiale dell'acqua 2010

illustrazione “Acqua pulita per un mondo sano” è il tema della Giornata mondiale dell'acqua edizione 2010. Nata nel 1992, in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite su ambiente e sviluppo (Unced) di Rio de Janeiro e fissata al 22 marzo di ogni anno dalla risoluzione del 22 dicembre dello stesso anno, la Giornata viene organizzata dal United Nations Environment Programme (Unep), in collaborazione con Fao , Undp, Unece, Unicef , Unesco, UN-Habitat, Oms, ma anche con le organizzazioni International Water Association, World Wide Fund for Nature e World Water Council.
Obiettivi principali della campagna di quest'anno dedicata alla qualità delle acque sono:

  • accrescere la consapevolezza nel sostenere ecosistemi sani e il benessere umano risolvendo le crescenti sfide sulla qualità delle risorse idriche
  • accrescere il profilo della qualità dell‘acqua incoraggiando i governi, le organizzazioni, le comunità e gli individui a impegnarsi attivamente sui temi della qualità dell'acqua (ad esempio nella prevenzione dell'inquinamento, nel risanamento e nel ripristino).

Il 22 marzo 2010 è stato organizzato a Nairobi, in Kenia, un evento che riunirà decisori politici, scienziati e personalità eminenti per discutere di come affrontare le sfide del deterioramento della qualità delle acque in tutto il mondo. Le iniziative per celebrare la Giornata avranno lo scopo di comunicare messaggi sulla qualità delle acque e degli ecosistemi e sul benessere umano. Gli Stati sono stati invitati a dedicare la giornata ad attività concrete, come la promozione della sensibilizzazione del pubblico attraverso la pubblicazione e la diffusione di documentari e l'organizzazione di conferenze, tavole rotonde, seminari e mostre legate alla conservazione e allo sviluppo delle risorse idriche e l'attuazione delle raccomandazioni dell‘Agenda 21.

Acqua di qualità = qualità di vita

Dal punto di vista gestionale, la qualità dell'acqua è definita dal suo uso finale. Di conseguenza, l'acqua destinata al consumo umano, alla balneazione, alla pesca e agli habitat per gli organismi acquatici richiede alti livelli di purezza, mentre quella destinata, per esempio, all‘uso industriale come la produzione di energia idroelettrica può richiedere standard di qualità molto meno elevati. Normalmente, dopo l'uso, l‘acqua torna di nuovo al sistema idrologico e, se non trattata, può avere gravi conseguenze per l'ambiente. I criteri per determinare se lo stato delle acque sia "buono" o meno dipende da specifici fattori qualitativi e quantitativi, come l'abbondanza di fauna e flora acquatiche, il livello di salinità, la quantità e la dinamica del flusso idrico, le concentrazioni di nutrienti, e così via.

In tutto il mondo la qualità delle acque è in declino, principalmente a causa delle attività umane.

illustrazioneI fattori chiave che contribuiscono al deterioramento della qualità dell'acqua sono: l‘aumento della popolazione, la rapida urbanizzazione, lo scarico di nuovi agenti patogeni e di sostanze chimiche da parte delle industrie e le specie invasive.

In particolare, la crescita della popolazione, l'urbanizzazione e la produzione industriale peggiorano la qualità delle acque quando il trattamento delle acque comunali e industriali e o le infrastrutture igienico-sanitarie sono sovraccariche o quando l'infrastruttura è assente o obsoleta e i rifiuti e le acque reflue vengono scaricati direttamente nell'ambiente.

Per sostenere la qualità delle acque, conviene agire sulla prevenzione, tanto in termini di sostenibilità e di investimenti, quanto di accessibilità. Le altre due opzioni percorribili sono la bonifica e il risanamento, ma entrambe sono molto più costose della prevenzione. Infatti, ristabilire la qualità delle acque, significa ripristinare un intero ecosistema degradato ovvero un ambiente naturale in tutta la sua complessità.

Una qualità accettabile delle acque è fondamentale per garantire un ambiente sano e la salute umana. È stata stimata in 20-40 litri la quantità minima di acqua priva di contaminanti nocivi e di agenti patogeni necessaria per ogni abitante del pianeta per le finalità di acqua potabile e per i servizi igienico-sanitari. Il fabbisogno sale a 50 litri se vengono considerate le esigenze legate al bagno e alla cucina. In molti Paesi, tuttavia, l‘acqua potabile e quella per usi igienico-sanitari a disposizione di ogni persona è nettamente inferiore alla quantità minima indicata. Nei Paesi in via di sviluppo in rapida urbanizzazione, per esempio, mancano gli impianti di trattamento delle acque reflue e la conseguente contaminazione dell‘acqua potabile diventa una delle principali cause di malattia (con ripercussioni sulla povertà e l'istruzione) e di morte.

La tutela delle acque

A livello internazionale non ci sono accordi ambientali vincolanti in materia di qualità delle acque che obbligano gli Stati a salvaguardare le risorse idriche dall'inquinamento: la tutela delle acque è una questione di cui sono responsabili i governi nazionali.

La Convenzione sul diritto relativo ai corsi d‘acqua internazionali a fini diversi della navigazione prevede che i corsi d'acqua internazionali vengano utilizzati tenendo conto contestualmente degli interessi degli Stati interessati e della protezione del corso d'acqua. Ratificata nel 1997, la Convenzione non è ancora entrata in vigore. L‘importanza di proteggere le risorse di acqua dolce è stata riconosciuta anche da strumenti internazionali non vincolanti come l'Agenda 21, adottata nel 1992 dalla Conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente e lo sviluppo. In particolare, il capitolo 18 dell'Agenda 21 per la tutela della qualità e della fornitura di risorse di acqua dolce “Applicazione di approcci integrati per lo sviluppo, gestione e uso delle risorse idriche” si propone come obiettivo generale quello di garantire un adeguato approvvigionamento di acqua di buona qualità per tutta la popolazione del pianeta, attraverso la conservazione delle funzioni idrologiche, biologiche e chimiche degli ecosistemi, adeguando le attività umane entro i limiti di capacità della natura e combattendo i vettori delle malattie collegate all'acqua.

Per quanto riguarda le risorse idriche sotterranee, nel dicembre 2008 l'Assemblea generale dell'Onu (Unga) ha adottato la risoluzione sulla “Legge sugli acquiferi transfrontalieri” che incoraggia gli Stati a effettuare gli opportuni accordi bilaterali o regionali per la gestione sostenibile delle falde acquifere transfrontaliere, tenendo conto delle disposizioni contenute negli articoli allegati al progetto.

A livello regionale, ci sono una serie di accordi che affrontano la questione della qualità delle acque: di particolare importanza sono la Convenzione sulla protezione e l'utilizzazione dei corsi d'acqua transfrontalieri e dei laghi internazionali (Unece, 1992) e la revisione del protocollo sui corsi d'acqua condivisi nella Southern African Development Community (2000).

La Direttiva quadro 2000/60/CE in materia di tutela delle risorse idriche (pdf 895 kb) del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2000:

  • fornisce principi comuni per la programmazione degli interventi volti alla protezione delle acque (superficiali interne, di transizione, costiere, sotterranee)
  • impone una riorganizzazione amministrativa del patrimonio idrico
  • definisce gli standard di qualità per ottenere il "buono stato delle acque" in tutta l'Ue entro il 2015
  • individua gli strumenti di programmazione e gestione per conseguire gli obiettivi ambientali previsti.

Infine, sono stati conclusi da parte dei Paesi rivieraschi competenti diversi accordi in materia di specifici fiumi e bacini lacustri con l‘intento di stabilire un quadro istituzionale e giuridico per la gestione congiunta e l'uso sostenibile della risorsa condivisa (tra questi, l‘International Joint Commission di Canada e Stati Uniti).

Risorse utili

I materiali della Giornata mondiale dell‘acqua

Siti internet

Pubblicazioni

Rapporti Istisan (anni 2005-2009)

Ultimo aggiornamento: 
15 marzo 2010