In bella vista – I prodotti finali di due progetti Ccm
Sono on line i risultati e i prodotti finali dei seguenti progetti Ccm (programma Ccm 2017):
- Monitoraggio del consumo medio giornaliero di sodio nella popolazione italiana
- Stratificazione del rischio di fragilità della popolazione: valutazione di impatto e analisi dei modelli organizzativi.
Monitoraggio del consumo medio giornaliero di sodio nella popolazione italiana
Il progetto, coordinato dall'Iss, si è concluso il 10 gennaio 2021 e i risultati sono disponibili on line sulla rivista scientifica Nutrition, Metabolism and Cardiovascular Diseases.
Analisi del contesto
Le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte nelle persone di età superiore a 60 anni. Una meta-analisi condotta dall’università “Federico II” di Napoli, ha evidenziato che un’elevata assunzione di sale si associa a una maggiore incidenza di ictus e di eventi cardiovascolari nel lungo termine. Questi risultati sono stati ampiamente condivisi dalla comunità scientifica internazionale. In Italia, già dal 2008, il ministero della Salute, nell’ambito del programma Guadagnare salute, ha avviato diverse iniziative finalizzate alla stima e al monitoraggio del consumo di sale nella popolazione italiana nonché a favorire cambiamenti delle abitudini alimentari, attraverso campagne informative e azioni volte a rendere più facili le scelte salutari. In particolare, nell’ambito dei progetti Ccm Minisal-Gircsi - buone pratiche sull'alimentazione: valutazione del contenuto di sodio e potassio nella dieta degli italiani (programma Ccm 2008) e Azioni relative alla riduzione del consumo di sale in Italia: verifica delle ricadute dell’accordo con i panificatori e programma “Meno sale più salute” (programma Ccm 2011), è stato possibile stimare il consumo di sodio e potassio in campioni di popolazione generale adulta italiana. Il monitoraggio, svolto nel corso dell’indagine del Progetto Cuore/Health Examination Survey (Hes) 2008-2012, è stato condotto dall’Iss, in collaborazione con l’università di Napoli “Federico II”. La metodologia utilizzata per la stima del consumo di sale è stata la raccolta delle urine delle 24 ore in campioni di popolazione di età 35-79 arruolati in tutte le Regioni italiane.
A distanza di circa 10 anni, nell’ambito del progetto Ccm Monitoraggio del consumo di sodio nella popolazione italiana (programma Ccm 2017), innestato nell’indagine del Progetto Cuore/Health Examination Survey (Hes) 2018-2019, è stato stimato il consumo di sale in campioni rappresentativi della popolazione italiana di età compresa tra i 35 e i 74 anni arruolati in 10 Regioni italiane distribuite tra Nord, Centro e Sud. L’indagine è stata condotta delle stesse istituzioni coinvolte nei precedenti progetti Ccm (Iss e università “Federico II” di Napoli) e con la stessa metodologia.
L’obiettivo del progetto di cui sopra è stato pertanto di implementare il monitoraggio della distribuzione del consumo medio pro-capite di sodio nella popolazione generale e ottenere informazioni aggiornate e attendibili sul consumo medio di sodio, potassio e iodio pro-capite nella popolazione italiana adulta. Infine, confrontando il consumo medio pro-capite di sodio e potassio rilevato in quest’ultima indagine con i livelli riscontrati in precedenza nell’ambito dei progetti Ccm “Minisal-Gircsi” e “Meno sale più salute” è stato possibile valutare l’efficacia delle azioni messe in atto dal programma Guadagnare salute.
Risultati
Il confronto tra le indagini Hes 2008-2012 e 2018-2019 volto alla stima del trend temporale del consumo abituale di sale e potassio nella popolazione italiana adulta si è basato sui dati di campioni casuali di persone di età compresa tra i 35 e i 74 anni, residenti in 10 Regioni italiane (Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Abruzzo, Basilicata, Calabria e Sicilia), comprendenti circa 200 persone per ogni Regione.L’assunzione media giornaliera di sale nella popolazione esaminata è stata di 10,8 g negli uomini e 8,3 g nelle donne nel periodo 2008-2012 e rispettivamente di 9,5 g e 7,2 g nel periodo 2018-2019. È stata quindi osservata una riduzione significativa dell’assunzione di sale di circa il 12% in 10 anni.
Il trend del consumo di sale nella popolazione adulta italiana
L’assunzione media giornaliera di sale nella popolazione esaminata è stata di 10,8 g negli uomini e 8,3 g nelle donne nel periodo 2008-2012 e rispettivamente di 9,5 g e 7,2 g nel periodo 2018-2019. È stata quindi osservata una riduzione significativa dell’assunzione di sale di circa il 12% in 10 anni.
La riduzione è stata rilevata, sebbene con ampiezza diversa, in quasi tutte le Regioni esaminate e in tutte le classi di età, categorie di indice di massa corporea (normopeso, sovrappeso, obesi) e livelli di istruzione.
Al momento i dati indicano che la riduzione del consumo di sale ha raggiunto nei campioni di popolazione generale adulta italiana indagati, più di un terzo dell'obiettivo del 30% indicato nel Piano d’azione globale per la prevenzione e il controllo delle malattie croniche non trasmissibili 2013-2020 dell'Oms. Nonostante questo il consumo di sale rimane ancora ben al di sopra di quello raccomandato dall’Oms (inferiore a 5 g al giorno).
Il trend del consumo di potassio nella popolazione adulta italiana
I risultati sull'assunzione media giornaliera di potassio nella popolazione indicano un apporto di potassio nella popolazione adulta italiana ancora al di sotto degli almeno 3.510 mg al giorno raccomandati dall’Oms: nel 2008-2012, la stima della media giornaliera di assunzione di potassio era pari a 3.147 mg negli uomini e a 2.784 mg nelle donne e nel 2018-2019 è stata di 3.043 g e 2.561 mg rispettivamente.
Nel 2008-2012, la prevalenza delle persone con un'adeguata assunzione di potassio (cioè ≥ 3510 mg al giorno) era del 31% per gli uomini e del 18% per le donne; nel 2018-2019, era rispettivamente del 26% e 12%. L’apporto del potassio, contrariamente a quello del sale, deve aumentare, in quanto associato a un minor rischio di malattie cardiovascolari.
Conclusioni
La diminuzione dell'assunzione di sale è stata identificata come una delle misure più convenienti, in termini di costi/benefici, per la tutela della salute a livello di popolazione. Proprio per questo, una riduzione relativa del 30% dell'assunzione media di sale entro il 2025 è tra i nove obiettivi strategici che l’Oms ha incluso nel Piano d’azione globale per la prevenzione e il controllo delle malattie croniche non trasmissibili 2013–2020.
Per quanto riguarda il nostro Paese, nonostante l’incoraggiante riscontro di una significativa riduzione, il consumo di sale della popolazione italiana adulta resta ancora ben al di sopra di quello raccomandato dall’Oms sia per gli uomini sia per le donne, in tutte le Regioni e categorie esaminate. Questi risultati, che offrono importanti indicazioni per la salute pubblica basate sull’evidenza scientifica, confermano l’importanza della prosecuzione e del rafforzamento delle strategie attuate per la riduzione del consumo di sale con l’alimentazione e la promozione di un adeguato consumo di frutta e verdura, ricchi in potassio.
Sul sito del progetto Cuore è possibile consultare la sezione dedicata al consumo di sale che include approfondimenti sull’argomento e materiale divulgativo per i cittadini e gli operatori sanitari.
Ricordiamo che grazie al programma nazionale Guadagnare salute, finalizzato alla promozione di stili di vita salutari per la prevenzione delle malattie non trasmissibili, sono state sviluppate azioni per la promozione di una sana alimentazione, in particolare per la riduzione del consumo eccessivo di sale, che hanno visto anche la collaborazione del Gruppo interdisciplinare di lavoro per la riduzione del sale in Italia (Gircsi).
La promozione di una sana alimentazione e la riduzione del consumo eccessivo di sale sono, inoltre, tra i principali obiettivi del Piano nazionale della prevenzione (Pnp) 2020-2025.
Stratificazione del rischio di fragilità della popolazione: valutazione di impatto e analisi dei modelli organizzativi
Il progetto, coordinato dalla Regione Emilia-Romagna, si è concluso il 15 marzo 2021 e i risultati finali sono stati presentati durante il webinar del 12 marzo 2021.
In occasione dell’evento on line sono stati descritti gli obiettivi del progetto, l’approccio del Population health management (Phm) per la presa in carico della cronicità e i modelli di stratificazione della popolazione a confronto. Infine le Regioni partecipanti al progetto (Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio e Campania) hanno illustrato la loro esperienza sul campo.
Analisi del contesto
La prospettiva del Phm (approccio di salute di popolazione) rappresenta un fondamento della letteratura sulle patologie croniche. Esso si prefigge di mantenere la popolazione in condizioni di buona salute rispondendo ai bisogni del singolo paziente, sia in termini di prevenzione sia di cura delle condizioni croniche. Ciò è possibile attraverso l’identificazione della popolazione di riferimento in base al bisogno di salute, alla stratificazione in base alla gravità e alla valutazione dei modelli di presa in carico. Questa differenziazione risulta indispensabile per definire le strategie e gli interventi di medicina di iniziativa più efficaci rispetto a quei sottogruppi di popolazione che potrebbero maggiormente beneficiarne, per ottimizzare il trattamento multidisciplinare e personalizzare l'assistenza e il Piano di cura, nel rispetto del principio di equità e di centralità del paziente e delle sue scelte, ma è anche requisito di efficacia e di efficienza attraverso la riduzione degli interventi inappropriati. La medicina d’iniziativa mira quindi sia alla prevenzione sia al miglioramento della gestione delle malattie croniche in ogni loro stadio e riguarda dunque tutti i livelli del sistema sanitario, con effetti positivi attesi sia per la salute dei cittadini sia per la sostenibilità stessa del sistema. L’identificazione dei pazienti complessi avviene attraverso l’uso di algoritmi alimentati dai dati amministrativi forniti dai sistemi informativi sanitari, individuando i soggetti a più alto rischio di ospedalizzazione. Alcune Regione italiane hanno progettato e attivato iniziative in tal senso.
L’Emilia-Romagna ha sviluppato uno strumento validato per stratificare la popolazione adulta e generare stime del rischio di ospedalizzazione per problemi potenzialmente evitabili, mentre la Regione Lombardia ha progettato il CReG, sistema di classificazione delle malattie croniche in categorie clinicamente significative, omogenee per assorbimento di risorse sanitarie e che tengono conto anche delle morbilità associate.
L’obiettivo del progetto Ccm è stato di valutare sia l’efficacia di alcuni interventi già attuati sul territorio sia l’impegno economico e l’impatto, in termini di costi e riduzione attesa di eventi avversi, associati alla presa in carico dei pazienti.
Inoltre, esso ha permesso di analizzare e confrontare i modelli organizzativi (per esempio, ambulatori infermieristici nelle Case della Salute) attivati dalle Regioni per la presa in carico dei pazienti individuati come fragili, analizzare strumenti di supporto motivazionale all’aderenza alle cure e, infine, valutare l’impatto sull’integrazione professionale associato all’utilizzo dei profili di rischio.
Conclusioni
Le evidenze scaturite dal progetto saranno utilizzabili a livello nazionale per promuovere ulteriormente il tema della prevenzione secondaria dei pazienti fragili, della presa in carico anticipata e del Phm. Saranno inoltre utili per strutturare strumenti di programmazione degli interventi e della presa in carico nonché per disseminare modalità efficaci di motivazione dei pazienti.
Il progetto di cui sopra ha integrato gli obiettivi del Piano nazionale della cronicità 2016 (Pnc), supportando il processo di stratificazione della popolazione e la strutturazione di interventi di medicina di iniziativa, nonché fornendo evidenze cliniche ed economiche dell'efficacia di approcci di prevenzione secondaria e Phm.
Per approfondire:
- la scheda del progetto Ccm 2017 Monitoraggio del consumo medio giornaliero di sodio nella popolazione italiana,i risultati sulla rivista scientifica Nutrition, Metabolism and Cardiovascular Diseases, il comunicato stampa sul sito dell’Iss, le indagini Hes 2008-2012 e Hes 2018-2019
- Le schede dei progetti Ccm Minisal-Gircsi - buone pratiche sull'alimentazione: valutazione del contenuto di sodio e potassio nella dieta degli italiani e Azioni relative alla riduzione del consumo di sale in Italia: verifica delle ricadute dell’accordo con i panificatori e programma “Meno sale più salute”
- il sito del progetto Cuore, la sezione dei progetti Ccm e quella dedicata al consumo di sale
- il sito Guadagnare salute e la pagina dedicata a Guadagnare salute sul sito Ccm
- il Pnp 2020-2025
- il Piano d’azione globale per la prevenzione e il controllo delle malattie croniche non trasmissibili 2013–2020 - la scheda del progetto Ccm 2017 Stratificazione del rischio di fragilità della popolazione: valutazione di impatto e analisi dei modelli organizzativi e il programma del webinar
- il Pnc 2016
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