Epidemiologia dell‘obesità

Il quadro internazionale ed europeo

Nel mondo l‘obesità, definita come un valore di BMI ? 30 kg/m2, interessa almeno 400 milioni di adulti (età superiore a 15 anni), secondo i dati dell‘Organizzazione mondiale della sanità (Oms) riferiti al 2005. Le proiezioni indicano che nel 2015 gli adulti obesi saranno più di 700 milioni [1].

La prevalenza dell‘obesità nei Paesi industrializzati ha iniziato progressivamente ad aumentare dalla prima metà del 20° secolo. La diffusione ha riguardato inizialmente soprattutto i Paesi sviluppati, come Stati Uniti e Europa, in cui è diventata un problema primario di sanità pubblica. Più recentemente, i dati hanno indicato un incremento importante delle prevalenze anche in Paesi in via di sviluppo, come Messico, Cina, Thailandia. Nel 1997, l‘Oms ha formalmente riconosciuto l‘epidemia di obesità come un problema mondiale [2].

La prevalenza di obesità nel mondo negli adulti di età maggiore a 15 anni in entrambi i generi, raggiunge i valori più elevati in alcune isole dell‘Oceania, come Tonga, Nauru e Cook Islands (anche oltre il 60% della popolazione); a seguire, nei maschi, Stati Uniti (44,2%) e Argentina (37,4%), e nelle femmine, alcune isole del Mar dei Caraibi e Giordania (oltre il 50%), Stati Uniti e Egitto (circa il 48%). Sempre nelle donne, valori che oscillano intorno al 40% si registrano in Paesi dell‘America Centro-meridionale (Bolivia, Messico, Nicaragua, Cile, Argentina, Perù) [3].

Nella Regione Europea dell‘Oms, in molti Paesi la prevalenza dell‘obesità è triplicata dagli anni Ottanta ad oggi; si stima che, nell‘intera Regione, l‘obesità entro il 2010 va ad interessare 150 milioni di adulti (il 20% della popolazione) [4, 5].

Se consideriamo la diffusione dell‘obesità negli adulti in base a dati misurati nei Paesi della Regione Europea dell‘Oms, in entrambi i generi i valori più bassi si osservano in Uzbekistan (rispettivamente, 5,4% e 7,1%). Per quanto riguarda gli uomini, le prevalenze maggiori si rilevano in Albania (Tirana) e Regno Unito (rispettivamente, 22,8% e 22%); anche nelle donne, i valori più alti si registrano in Albania (Tirana, 35,6%), seguita da Regno Unito (Scozia), Israele e Bosnia Erzegovina (26%, 25,8% e 25,2%). Secondo misure antropometriche autoriferite, le prevalenze variano dal 6,4% negli uomini e 5,9% nelle donne in Norvegia al 26,6% negli uomini e 20,4% nelle donne a Malta. A seguire, per quanto riguarda le prevalenze più alte, Grecia, Ungheria e Regno Unito (Galles). I dati autoriferiti, in genere, tendono a sottostimare la dimensione del fenomeno [6].

Le proiezioni per i prossimi 10 anni per alcuni Paesi europei ed extraeuropei (Australia, Austria, Canada, Inghilterra, Francia, Ungheria, Italia, Korea, Spagna, Svezia e Stati Uniti), riferite alla popolazione adulta, indicano due modalità di evoluzione del fenomeno, che si basano sui trend recenti osservati. In Australia, Canada, Inghilterra e Stati Uniti, Paesi considerati storicamente ad alta prevalenza di obesità, è previsto un ulteriore incremento della diffusione, con valori di sovrappeso che invece si manterranno sostanzialmente stabili o in lento declino. In Paesi in cui l‘obesità è meno diffusa, come Austria, Francia, Italia e Spagna, si prevede che i tassi cresceranno più lentamente, mentre più importante sarà la crescita del sovrappeso. Gli autori dello studio ipotizzano che questi ultimi Paesi stiano transitando in una fase più precoce della diffusione del fenomeno, preliminare rispetto all‘aumento di obesi [7].

Sembra non esserci un pattern uniforme nella distribuzione dell‘obesità nei due generi; globalmente, le prevalenze tendono ad essere più alte nelle donne, anche se questo non si verifica in tutti i Paesi [7].

Le ricerche indicano che nei Paesi a basso reddito vi è un‘associazione positiva tra ricchezza e obesità; questo trend si appiattisce in quelli a medio reddito, per trasformarsi in una associazione negativa nei Paesi più ricchi, dove il rischio di obesità è maggiore nei gruppi socio-economici più svantaggiati. Inoltre, le evidenze suggeriscono che le differenze osservate nelle diverse classi socio-economiche stanno diventando sempre più ampie. All‘interno dei soggetti di più basso livello socio-economico, la prevalenza di obesità tende ad essere più alta nelle donne rispetto agli uomini [8]. Disparità nella diffusione dell‘obesità sono state evidenziate anche rispetto al livello di istruzione, con prevalenze più alte nei meno istruiti; questa relazione è, inoltre, particolarmente evidente per le donne [7].

Per quanto riguarda i bambini e gli adolescenti in età scolare, analizzando i dati disponibili dagli anni ‘80, è stato osservato un incremento della prevalenza dell‘obesità in generale nei Paesi industrializzati ed anche, in maniera meno marcata, in alcuni a basso reddito. Le stime per il 2010 indicano che la prevalenza in bambini e adolescenti raggiungerà valori compresi tra il 5,3% nella Regione Oms del Sud Est Asiatico e il 15,2% nella Regione Oms America, escludendo la Regione Oms Africa per la quale non sono stati ricavati dati sufficienti per fare delle proiezioni (per l‘elenco dei Paesi membri delle varie Regioni Oms, vedi http://www.who.int/about/en/) [9]. Considerando le indagini che hanno rilevato nei Paesi della Regione Oms Europa la prevalenza di obesità in base a dati misurati nei bambini di varie fasce d‘età fino a 11 anni, le percentuali più elevate in entrambi i generi si osservano in Grecia (maschi: 11,2%; femmine: 11,4%), Spagna (maschi: 10,3%; femmine: 10,5%) e Portogallo (maschi: 10,3%; femmine 12,3%). Le percentuali più basse nei maschi si sono osservate in Serbia-Montenegro (3,9%), Francia (3,9%) e Svizzera (4,1%); nelle femmine, in Francia (3,6%), Svizzera (4,0%) e Slovacchia (4,2%) [6]. Globalmente, nella Regione Europea dell‘Oms, si stima che l‘obesità nel 2010 va ad interessare 15 milioni di bambini e adolescenti (il 10% della popolazione) [4]. Recenti ricerche indicano che in alcuni Paesi, come Svezia, Inghilterra (Liverpool), Irlanda i trend dell‘obesità infantile potrebbero aver raggiunto un plateau [10, 11, 12]. In generale, la prevalenza di obesità nei più giovani tende ad essere più alta nei maschi [4]. I bambini con almeno un genitore obeso hanno una probabilità 3-4 volte maggiore di essere obesi. La causa è in parte genetica, ma entrano in gioco anche fattori ambientali, in quanto i bambini tendono ad acquisire gli stili di vita dei genitori quali dieta poco salutare e vita sedentaria. [13]. Nei Paesi meno ricchi risultano a rischio soprattutto i soggetti cresciuti in ambienti urbani e in grado di accedere a stili di vita occidentali. [9].

In Italia

L‘obesità nei bambini e nei giovani

In Italia, il sistema di monitoraggio OKkio alla SALUTE ha rilevato nel 2008 e nel 2010, insieme ad altre informazioni su dieta, attività fisica e ambiente scolastico, lo stato nutrizionale di un campione di bambini delle classi terze della scuola primaria, di età 8-9 anni, attraverso la misurazione diretta dei dati antropometrici. L‘indagine è stata condotta su circa 45.000 bambini nel 2008 e oltre 42.000 nel 2010. Secondo l‘indagine, nel 2008 nel nostro Paese il 23,6% dei bambini di 8-9 anni è in sovrappeso e il 12,3% è obeso. Applicando la stima a tutta la popolazione italiana di 6-11 anni, il numero di bambini obesi in Italia sarebbe perciò circa 380.000. Le Regioni con le prevalenze più alte di obesità sono la Campania (21%), la Sicilia (17%), la Calabria e il Molise (in entrambe, 16%) (Figura 1). I risultati indicano un gradiente in incremento nord-sud nella diffusione dell‘obesità con valori più elevati nei territori dell‘Italia meridionale. La prevalenza dell‘obesità risulta più alta nei maschi (13,3%) rispetto alle femmine (11,3%). Aumenta al diminuire del livello di istruzione della madre: è del 7% nei bambini con madri laureate e del 15,8% nel caso di conseguimento di licenza media o un titolo di studio inferiore. Risulta, inoltre, più alta nei figli di madri che non svolgono attività lavorativa [14]. L‘indagine del 2010 conferma i dati di prevalenza del 2008, con una percentuale di sovrappeso e obesità, rispettivamente, del 23% e 11% [15].

 

dati 2008 OKkio alla Salute

 

Figura 1 - Percentuale di sovrappeso e obesità per Regione, bambini 8-9 anni delle classi terze della scuola primaria (Italia, OKkio alla SALUTE 2008)

La diffusione dell‘obesità nelle età 11, 13 e 15 anni in Italia è stata fotografata dall‘indagine multicentrica internazionale Hbsc (Health Behaviour in School-aged Children) [16], a cui l‘Italia ha aderito nel 2000 e nelle survey successive (2005/06 e 2009/10). I dati antropometrici raccolti nell‘indagine sono autoriferiti. La prevalenza dell‘obesità nell‘indagine 2005/06 rimane abbastanza stabile nelle tre età considerate:

  • 11 anni: 3,6%
  • 13 anni: 2,7%
  • 15 anni: 2,7%.

Un andamento diverso si osserva per il sovrappeso, che tende a decrescere passando da 11 e i 15 anni. L‘obesità, così come il sovrappeso, tende ad essere maggiormente diffusa nei maschi rispetto alle femmine (a 15 anni, la prevalenza di obesità è 3,5% nei maschi e il 2,0% nelle femmine). Anche nei giovani adolescenti tra gli 11 ed i 15 anni si mette in evidenza un aumento dei valori dal Nord (2,0%), al Centro (2,3%) e al Sud (3,9%). Facendo un confronto con i dati di “Okkio alla salute” la diffusione dell‘obesità nella fascia 11-15 anni risulta inferiore rispetto a quanto emerso per i bambini di 8-9 anni. Le due indagini differiscono nella metodologia di rilevazione di peso e altezza.

L‘obesità in età adulta

La rilevazione annuale Istat “Aspetti della vita quotidiana” [17], che raccoglie tra le altre informazioni le misure autoriferite di peso e altezza, indica che dal 2001 al 2009 la prevalenza dell‘obesità nei soggetti di età maggiore o uguale a 18 anni ha mostrato un trend temporale in lieve aumento, dall‘8,3% al 10,1%. Questo andamento si osserva in entrambi i generi, ma più marcatamente nei maschi. Nel 2009, l‘obesità interessa l‘11,1% dei maschi ed il 9,2% delle femmine. La percentuale di soggetti obesi è più alta nel Sud e nelle Isole (11,1%). Nel Nord e nel Centro Italia le quote si equivalgono (rispettivamente, 9,7% e 9,6%).
La prevalenza di obesità negli adulti cresce con l‘età fino alla fascia 65-74 anni, in cui si hanno i valori più elevati (il 15,6%); successivamente, risulta sempre meno diffusa (l‘11,7% negli ultraottantaquattrenni).
In Italia, nel 2009, nei soggetti con livello di istruzione familiare basso [18] l‘obesità è maggiormente diffusa, con una percentuale del 15,5% (13,3% nei maschi e 17,2% nelle femmine). Al crescere del livello di istruzione familiare, la prevalenza di obesità progressivamente diminuisce, per arrivare al 7,3% nei soggetti che vivono in contesti con più alto grado di istruzione familiare (8,7% negli uomini e il 5,9% nelle donne). Anche per quanto riguarda la classe sociale familiare [19], si osserva una relazione inversa con la diffusione di obesità, con prevalenze più alte nelle classi più svantaggiate (circa il 12% nella classe sociale familiare bassa e medio-bassa; circa l‘8% nella classe sociale familiare medio-alta e alta).

I dati di questa indagine Istat sono sostanzialmente in linea con la rilevazione del sistema di sorveglianza Passi, indagine condotta nelle Asl attraverso un‘intervista telefonica su un campione rappresentativo dei residenti di età compresa tra i 18 e i 69 anni. I dati, anche in questo caso, sono autoriferiti. Secondo la rilevazione, nel 2009 l‘obesità interessava una persona su dieci (il 10,4%) (11% nei maschi e 10% nelle femmine) [20].
In Figura 2, la ricostruzione dello stato nutrizionale della popolazione italiana per fasce di età, costruito attraverso i dati ricavabili dalle diverse fonti: indagine Okkio alla salute 2010 (dati misurati), Hbsc 2005-06 (dati autoriferiti) e Istat 2009 (dati autoriferiti).
La quota di soggetti obesi, in particolare, si riduce dall‘infanzia (11%) all‘ adolescenza, per arrivare ad un minimo nei giovani adulti di 18-24 anni (2,6%). La prevalenza di obesità cresce poi con l‘età, raggiungendo le percentuali più elevate (circa il 16%) tra i 65-74 anni. Successivamente, nei più anziani, la quota di obesi si riduce.


tabella

Figura 2 - Distribuzione dei soggetti secondo classi di Indice di Massa Corporea e classe d‘età. Italia - Ricomposizione di più fonti informative - OKkio 2010 (dati misurati), HBSC 2005-2006 (dati autoriferiti), ISTAT 2009 (dati autoriferiti).

Riferimenti bibliografici

[1] http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs311/en/index.html
[2] Caballero B. The global epidemic of obesity: an overview. Epidemiol Rev 2007; 29:1-5.
[3] Who Global Infobase, anno 2010; https://apps.who.int/infobase/Index.aspx
[4] Mladovky P, Allin S, Masseria C et al. Health in the European Union. Trends and analysis. WHO - European Observatory on Health Systems and Policies, 2009. Observatory Studies Series N°19.
[5] http://www.euro.who.int/en/what-we-do/health-topics/diseases-and-conditi...
[6] Regional Office for Europe of the World Health Organization. Branca F., Nikogosian H., Lobstein T. (a cura di), 2007. The challenge of obesity in the WHO European Region and the strategies for response. Summary. Edizione italiana a cura di Centro Nazionale per la Prevenzione e il controllo delle Malattie (CCM) e Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) (2008).
[7] OECD – Organisation for Economic Co-operation and Development. The Obesity Epidemic: Analysis of Past and Projected Future Trends in Selected OECD Countries. OECD Health Working Paper n.45, 2009.
[8] Kuipers YM. Focusing on obesity through a health equity lens. EuroHealthNet, March 2010.
[9] Wang Y, Lobstein T. Worldwide trends in childhood overweight and obesity. International Journal of Pediatric Obesity 2006; 1: 11-25.
[10] Lissner L, Sohlstrom A, Sundblom E, Sjoberg. Trends in overweight and obesity in Swedish schoolchildren 1999-2005: has the epidemic reached a plateau? Obesity reviews 2010; 11: 553-559.
[11] Boddy LM, Hackett AF, Stratton G. Changes in BMI and prevalence of obesity and overweight in children in Liverpool, 1998-2006. Perspect Public Health. 2009 May;129(3):127-31.
[12] Barron C, Comiskey C, Saris J. Prevalence rates and comparisons of obesity levels in Ireland. Br J Nurs. 2009 Jul 9-22;18(13):799-803.
[13] OECD – Obesity and the Economics of Prevention. Fit not fat. 2010.
[14] http://www.epicentro.iss.it/okkioallasalute/pdf/PDF_Conferenza/Prevalenz...
[15] http://www.epicentro.iss.it/focus/guadagnare_salute/pdf/okkio12ott2010.p...
[16] Cavallo F., Lemma P., Santinello M., Giacchi M. (a cura di), Stili di vita e salute dei giovani italiani tra 11-15 anni. II Rapporto sui dati italiani dello studio internazionale HBSC. CLEUP Editrice, Padova.
[17] I dati presentati nel paragrafo sono elaborazioni Ars Toscana su dati Istat.
[18] Il livello di istruzione familiare è stato costruito assegnando alla famiglia il titolo di studio più elevato tra quelli dei due coniugi o conviventi. Il livello di istruzione è stato costruito sulla base al titolo di studio.
[19] La classe sociale familiare è stata costruita assegnando alla famiglia la classe sociale più elevata fra quelle dei due coniugi o conviventi. La classe sociale è stata costruita a livello individuale sulla base della professione attuale o passata.
[20] http://www.epicentro.iss.it/passi/situazione%20nutrizionale/nutrizione_P...

Risorse utili

Dall'Emilia-Romagna:

Ultimo aggiornamento:
13 maggio 2013