Che cos'è l'obesità
testo in collaborazione con:
Margherita Caroli (Sian Brindisi, Puglia) e Lucio Lucchin* (Servizio di Dietetica e Nutrizione Clinica - Provincia autonoma di Bolzano) *per la parte generale e la definizione dellobesità e del sovrappeso negli adulti
Sovrappeso e obesità sono definiti dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) come condizioni di anormale o eccessivo accumulo di grasso corporeo che presenti un rischio per la salute. Dal 2000 lOms ha infatti inserito nella definizione la relazione con una maggiore mortalità e morbilità.
Lobesità è causata da fattori biologici (per almeno un 30% genetici), psicologici e socio-ambientali ma, in ogni caso, leccesso ponderale è causato da uno squilibrio fra assunzione calorica e spesa energetica a favore della prima. In sostanza si mangia di più di quello che si dovrebbe, come documentato dalle ricerche più recenti.
Come si misura lobesità?
Le indagini strumentali per misurare la composizione corporea e, quindi, anche la quantità di tessuto adiposo presente nel corpo quali la tac e la risonanza magnetica sono accurate ma costose e invasive in termini di radiazione assorbita. Non altrettanto può dirsi per la DEXA (Dual Energy X ray Absorbimetry), usata anche negli esami preventivi per losteoporosi, purché munita di un software specifico per la composizione corporea, per la quale lassorbimento di radiazioni è più basso e pari a quello di un volo intercontinentale. Lo studio della composizione corporea fatto con questi strumenti può essere indicato in soggetti clinicamente complicati o per ragioni di studio. Questo tipo di indagini non sono, invece, indicate per un utilizzo vasto in sanità pubblica e per studi epidemiologici.
Un accenno a parte merita la bioimpedenziometria, largamente diffusa anche in ambiti non sanitari (come beauty farm, palestre, centri sportivi, ecc), inserita per lo più nelle bilance pesa persone. Inoltre, è bene rammentare che al fine della determinazione della massa grassa e magra (questultima, costituita in prevalenza da massa muscolare) la bioimpedenziometria presenta elevati ambiti dimprecisione specie negli individui con sottopeso ed eccesso ponderale.
Gli indici antropometrici sono meno accurati di quelli di laboratorio, ma ancora accettabili in termini di riproducibilità, più semplici ed economici. Lindice più comunemente utilizzato è il Body Mass Index (BMI) o Indice di Massa Corporea (IMC) che si ottiene dal peso (in kg) diviso per la statura (in metri) elevata al quadrato (kg/m²). Il BMI è un indice caratterizzato da una buona correlazione con la quantità di grasso corporeo, anche se non misura direttamente la massa grassa del soggetto, né come questa è distribuita nel corpo. Gli atleti, per esempio, possono avere dei valori di BMI elevati, pur non avendo un eccesso di grasso corporeo, ma una massa muscolare molto sviluppata. A parità di BMI laccumulo di tessuto adiposo a livello delladdome, inoltre, è associato a un maggior rischio di malattie cardiovascolari e ad anomalie metaboliche come liperinsulinemia e la dislipidemia. Nonostante i limiti, il BMI viene considerato un indice semplice da calcolare ed è internazionalmente accettato per la valutazione dello stato nutrizionale negli adulti e nei bambini.
Altri metodi antropometrici per stimare la massa grassa e la distribuzione del tessuto adiposo nel corpo sono la misurazione delle pliche cutanee (che richiede però un elevato grado di addestramento), quella della circonferenza della vita, presa a metà tra larcata costale e la cresta iliaca (utile per identificare lobesità addominale), e il calcolo del rapporto tra la circonferenza della vita e dei fianchi.
Il sovrappeso e lobesità negli adulti
Negli adulti, sovrappeso e obesità vengono definiti in base ai valori di BMI seguendo una specifica classificazione unificata per genere ed età (Tabella 1). Il valore soglia del BMI per il sovrappeso è 25 e per lobesità è 30, stabiliti in base al rischio di comorbidità, rispondendo quindi alla definizione data dallOms.

Tabella 1: Classificazione internazionale del sottopeso, sovrappeso e obesità nelladulto, secondo il BMI (fonte: modificata da Oms)
Anche la distribuzione del grasso corporeo è importante al fine del rischio di malattia: la distribuzione ginoide (a pera, con localizzazione prevalente a glutei e cosce) è a minor rischio di quella androide (a mela, distribuito prevalentemente sopra la vita).
Il sovrappeso e lobesità nei bambini e negli adolescenti
Nei bambini e negli adolescenti la massa grassa non solo aumenta in valori assoluti con letà, ma il suo rapporto con peso e altezza cambia fisiologicamente nel tempo e in maniera diversa fra i due sessi, rendendo la diagnosi di sovrappeso e obesità più problematica.
Di conseguenza in queste fascia di età non esiste e non può esistere un unico valore soglia di BMI che definisca il sovrappeso o lobesità, indipendentemente dalletà e dal sesso, come avviene per gli adulti.
Dal 2000 anche in età evolutiva, è stato applicato il principio di cut off point correlato alla clinica in seguito alla pubblicazione “Establishing a standard definition for child overweight and obesity worldwide: international survey” di Cole et al. sui valori dei percentili di BMI che alletà di 18 anni corrispondono ai valori di BMI delladulto rispettivamente di 25 e 30. I percentili sono disponibili per la fascia di età da 2 a 18 anni per entrambi i generi.
La scelta dei cut off point tuttavia non è lunica problematica nella diagnosi delleccedenza ponderale in età pediatrica, in quanto anche la scelta delle curve di riferimento pone problemi pratici, teorici ed etici ancora più importanti.
Fino al 2006 tutte le curve antropometriche pubblicate e utilizzate erano basate sulla semplice osservazione della crescita di gruppi di bambini, in apparente buona salute, in uno specifico luogo, in un determinato periodo di tempo, e che quindi risentivano di tutti i fattori positivi e negativi in grado di influenzare la crescita dei bambini. Tuttavia il concetto di “valori di riferimento” include quello di “normalità”, di modello o di un obiettivo ideale o almeno desiderabile che non può essere certamente affidato o riconosciuto al modello di crescita osservato nella popolazione pediatrica di un unico Paese.
Nel 2006, dopo oltre 10 anni di lavoro, lOms ha pubblicato gli standard di crescita per bambini dalla nascita a 5 anni di età basati su un approccio prescrittivo, cioè come i bambini potrebbero e dovrebbero crescere, se posti in un ambiente adeguato, privo di ostacoli nutrizionali, economici e sociali al raggiungimento del loro potenziale genetico di crescita. Queste curve di crescita sono state costruite su bambini allattati al seno almeno per 6 mesi, con introduzione di alimenti complementari graduale e adeguata, che vivono in ambiente privo di fumo, che possono facilmente accedere a cure pediatriche e a interventi preventivi come le vaccinazioni e le cui famiglie non hanno limitazioni economiche. Inoltre, le curve sono state validate clinicamente per verificare se adeguate alla diagnosi appropriata dello stato nutrizionale di bambini da zero a cinque anni di età e se possono, quindi, essere realmente considerate “curve standard”, cioè un modello di crescita con cui confrontare la crescita di singoli o di gruppi di bambini.
Nel 2007 lOrganizzazione mondiale della sanità ha anche pubblicato le curve di crescita da 5 a 19 anni, rivalutando con diverso approccio statistico dati antropometrici rilevati negli anni settanta.
Il diverso background di costruzione delle curve di crescita e degli standard ha quindi suggerito diversi cut off point per la diagnosi di sovrappeso e obesità da zero a cinque anni e da cinque a diciannove:
- da 5 a 19 anni, sono stati confermati i principi statistico-clinici suggeriti da Cole e dalla International Obesity Task Force (IOTF). Utilizzando le curve di crescita dellOms, il valore di BMI 25 a diciannove anni di età coincide con l85° percentile (+ 1SD, Standard Deviation) e definisce lo stato di sovrappeso. Ugualmente il valore di BMI di 30 a diciannove anni di età coincide con il 97° percentile (+ 2SD) e quindi con la diagnosi di obesità
- per la fascia di età inferiore, da zero a cinque anni, lapproccio diagnostico è più cauto. I bambini con un BMI uguale o superiore all85° percentile (+ 1SD) sono definiti “a rischio di obesità”, quelli il cui BMI si trova sul 97° percentile (+ 2SD) o al di sopra sono definiti sovrappeso e, infine, i bambini con un BMI pari o maggiore al 99° percentile (+ 3SD) si considerano obesi. Questo approccio molto più prudente è legato al fatto che la diversa valutazione può essere dovuta anche a solo pochi chili di differenza e che con una diagnosi di obesità alcuni bambini potrebbero essere erroneamente posti a diete ipocaloriche.
In ogni caso, per una valutazione dinamica e adeguata dello stato nutrizionale, losservazione della variazione di percentile del parametro scelto (altezza, peso, BMI) a intervalli può rappresentare un metodo semplice e attendibile.
Risorse utili
Cole TJ, Bellizzi MC, Flegal KM, Dietz WH.
Establishing a standard definition for child overweight and obesity worldwide: international survey. BMJ. 2000 May 6;320(7244):1240-3.